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martedì 17 luglio 2018

Basilica di San Michele - PAVIA

Dove si trova?

Piazza S. Michele, 
27100 Pavia PV


TRENO:

da 
Milano Porta Garibaldi sotterranea

Pavia








Prima di raccontare la storia della Basilica, occorre guardare la mappa per comprendere al meglio la sua struttura.



La basilica di San Michele è una delle principali chiese di Pavia ed è situata nel pieno centro storico che risale ai secoli XI e XII ed è un capolavoro di stile romanico Lombardo.

La chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo e fu costruita nel periodo longobardo.
Nell'età carolingia fu affidata ai monaci di san Colombano di Bobbio ed era usata nelle cerimonie ufficiali.

Nel X secolo è già ricordata come sede palatina cioè legata al palazzo del Re, tanto che la prima moneta longobarda raffigurava la chiesa di San Michele.

Il primo edificio fu distrutto da un incendio nel 1004, poco decenni dopo la nuova chiesa, ricostruita verso il 1130, completata entro l'anno 1155 ebbe un'interruzione dovuta al terremoto del 03.01.1117.

Nella basilica di San Michele fu utilizzata la fragile pietra arenaria colore ocra che presentava una pianta a croce latina ed un transetto sporgente rispetto al resto dell'edificio.

"Serena bifida" scolpita in arenaria,
sul portale destro della basilica

La basilica è lunga 55 metri, mentre il transetto che misura 38 metri; all'incrocio, poi,  tra la navata e il transetto si eleva la cupola di forma ottagonale su pennacchi di stile Lombardo.

Vista dal basso della cupola ottagonale
La pianta a croce latina presenta una divisione in 3 navate, ciascuna delle quali si apre con un portone sulla facciata.

Pianta della Basilica


La facciata è adornata con sculture di arenaria a tema sacro e anche profano.
Oggi purtroppo deteriorate dagli agenti atmosferici, nonostante un restauro conservativo degli ultimi decenni.

Sopra il portale centrale,campeggia il titolare della basilica, 
San Michele, che calpesta il drago.



Nella facciata maggiore vi sono numerosissimi bassorilievi e sculture, che racchiudono una simbologia che risulta difficile decodificare nell'intento originario.








Nel transetto ammiriamo la croce e il Crocifisso di lamina d'argento, 
restaurati nel 2002.



Crocifisso in lamina d'argento Il crocefisso di Teodote
(X secolo). 

Appena si entra in Basilica notiamo l'icona di San Michele:




Il presbiterio è rialzato rispetto all'assemblea (di due gradini in meno rispetto al Coro).  
Da qui si può ammirare, l’affresco con L’incoronazione della Vergine.



Sulla trave il Crocefisso e le figure dolenti della Vergine e di Giovanni sono opera di Urbanino da Surso (seconda metà XV secolo). 



La grande “maestà” in forma di tempio in legno dorato è del 1606. 
A pianta centrale, è articolata su tre livelli, con balconate, nicchie e statue.


L'altare marmoreo rettangolare è del 1383. 
Nel 1580 fu rimosso dalla sua sede originaria e spostato in avanti. 
Copriva il mirabile mosaico e un Labirinto. 
Pertanto, grazie a ciò che se ne sarebbe salvata una parte.

l'altare

Adiacente all'altare possiamo notare la Pala in legno 
di Giacomo e Giovan Angelo del Maino (XV secolo):


Il capitello biblico più famoso e noto come "La morte del giusto".
Nella famosa Morte del giusto San Michele, rappresentato nel ruolo di accompagnatore delle anime (psicopompo), con la lancia tiene a bada il demonio a cui sottrae l’anima del giusto (in forma di bambino) per trasportarla verso il Paradiso.

Capitello biblico: la morte del giusto

Questi giace, ormai cadavere e con le braccia incrociate in segno della tranquillità e della pace che si scorgono anche nel viso, sul lettuccio a due colonnine lavorate, visibili; la coperta, a belle pieghe, scende fin quasi a terra, come vedremo tra poco, in un prezioso affresco. L'anima ormai uscita dal corpo, è in figura di fanciullino che con un braccio si aggrappa, come a rifugio, al collo dell'arcangelo San Michele, alato, il quale è comparso improvvisamente a trafiggere, con l'asta, proprio nella bocca, il diavoletto pure alato, ma tricornuto, caudato e dagli artigli di uccellaccio; il quale diavoletto aveva già afferrato il fanciullino per una gamba, rivendicandoselo come ghiotta preda. Ma invano: Michele riuscirà vittorioso dalla lotta e, in funzione di « psicopompo » o accompagnatore di anime, recherà l'anima del Giusto in Paradiso.

Alcune foto dell'interno:






Cappella "VITA DI MARIA" - Madonna tra San Sebastiano e San Rocco
(Moncalcalvo 1601 su Pala)
E' interessante la cripta, di pianta quadrata, che  si estende sotto il presbiterio e l'abside ed è divisa in due navatelle con due file di sei colonne. 
Secondo gli storici i capitelli risalgono per la maggior parte al XII secolo anche se alcuni appartennero probabilmente alla cripta della chiesa precedente (IX secolo).




In fondo alla cripta, vi è il TESORO DI SAN BRIZIO
(a cura dell'Associazione Amici dei Musei Pavesi)
dal 2007-2013.






Curiosità
La Chiesa di San Michele è detta la chiesa dei Re:


La Basilica di San Michele è nata nel tempo come edificio sacro destinato alle incoronazioni dei Re che furono incoronati come re italici dal 925 alla meta del 1150 circa (sec. IX-XII).
Per esempio possiamo ricordare, Enrico II detto "Il Santo" (1004) e il Re d'Italia di Federico Barbarossa, il 17 maggio 1155 all'età di 32 anni.

La chiesa usava la sua parte trasversale e i Re dal cortile fino alla porta principale.

La Basilica fu progettata come una grande macchina scenografica, per accogliere, anche con effetti di luce e di sonorità adeguati, il complesso rituale delle incoronazioni.



Quello che possiamo notare sono i ruderi della facciata originaria.
Infatti sono rimaste parecchie tracce per cui la trasversale della chiesa risulta suddivisa su 2 piani con un impalcato di legno.
La chiesa è di origine medievale ed è legata a simboli dell’incoronazione regale.

Davanti all'altare, nella zona più sacra della chiesa troviamo l’immagine del labirinto circondato da figure e animali che ripetono le costellazioni del cielo.

Il labirinto è spesso il simbolo della difficile e faticosa ricerca dell'uomo e del suo percorso attraverso i misteri della vita.



Nel presbiterio, il luogo dell’altare, sopraelevato rispetto al piano delle navate, il pavimento era rivestito di un grande mosaico

Il labirinto pavimentale del San Michele è corredato, ai lati del percorso a schema circolare, dei simboli della terra, del mare, del cielo, dell'uomo.
L'anno, è raffigurato come un re incoronato, al centro del fluire dei mesi e delle stagioni.
Pertanto, vi erano rappresentati i 12 mesi, di cui rimangono solo metà.
Al  centro, poi, vi è l’immagine dell’anno e la corona in testa, sempre come richiamo alla regalità.

IL MOSAICO PAVIMENTALE DEL PRESBITERIO - BASILICA DI SAN MICHELE 

Dalla foto qui sotto, si può notare che chi ha restaurato ha lasciato
 le strisce circolari del labirinto:




 La ricostruzione più accurata e attendibile del mosaico presbiterale del San Michele è opera di Maurizio Costa (1980-84) che deriva dall'analisi dei frammenti residui e dalla loro integrazione, tramite i disegni d’archivio conosciuti. 
Pertanto, non si riesce a collocare qualche frammento residuo, 
nel quadro d’insieme della ricostruzione.
Il mosaico pavimentale del presbiterio di San Michele,
nella sua integrità (ricostruzione di Maurizio Costa).
 



Richiamo alla regalità che si ripete al centro della tazza absidale con Cristo che incorona la Vergine.

La chiesa era progettata come macchina scenica luminosa.
La finestra, dove è raffigurato San Michele, illumina con precisione, solo in certi giorni dell’anno la nicchia di fronte.

Nei giorni precisi delle incoronazioni, nella prima decede del mese di maggio, la luce che cade dalla finestra alta della cupola doveva illuminare la testa del Re nel momento in cui si presentava al popolo e l'Anno-Re del mosaico.



Il luogo dove, secondo la tradizione, doveva avvenire l’incoronazione del Re, è segnato da cinque cerchi di marmo. Il cerchio centrale è stato rifatto durante i restauri dell’Ottocento.
In esso è stata incisa la scritta in latino che fa riferimento alla cerimonia

I 5 DISCHI DI MARMO, 






PUNTO DI INCORONAZIONE

Verso l'uscita, si può osservare la CAPPELLA DI SANT'ANNA 
dove vi è una Pala del XVII secolo:

Sacra Famiglia e Sant'Anna - Pietro de Pietri da Prema.

Buona visita

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