Dove è?
La Galleria Vittorio Emanuele si trova adiacente alla Piazza del Duomo di Milano.
Come si fa per raggiungerla?
METRO MILANO M1 : DUOMO
Storie sulla gallerie in generale...
La Galleria Vittorio Emanuele si trova adiacente alla Piazza del Duomo di Milano.
Come si fa per raggiungerla?
METRO MILANO M1 : DUOMO
Storie sulla gallerie in generale...
La galleria Vittorio Emanuele II, galleria commerciale di Milano, collega piazza
Duomo a piazza della Scala.
Qui in galleria si è sempre ritrovata
la borghesia milanese ed è soprannominata " il salotto dei milanesi" per l’ambiente sfarzoso,
elegante, ricco di prestigiosi negozi, di ristoranti, di bar alla moda e
librerie.
E' in sostanza una strada pedonale coperta
ricca di lussuosi negozi e locali di ritrovo.
Costruita in stile
neorinascimentale è uno dei più importanti esempi di architettura europea
in ferro e rappresenta l'archetipo della galleria commerciale dell'Ottocento.
La “Galleria”
come la chiamano i milanesi è considerata come uno dei primi esempi di centro
commerciale del mondo.
Già nel XIII secolo,
Bonvesin de la Riva, parlando delle meraviglie di Milano, evidenzia 60 porticati
chiamati “coperti” che risalgono
alla città medievale.
Questi porticati in gran parte vennero
demoliti con l'avvento degli Sforza e poi con gli spagnoli.
Il coperto detto dei Figini, invece,
fu demolito (1864) per ristrutturare e ampliare la piazza del Duomo e
costruire la Galleria più bella di prima.
Coperto di Figini (1467 ) |
C’è da dire, inoltre, che Milano, sia sul
territorio nazionale che in quello austriaco,
anticipò le gallerie commerciali sorte inseguito nelle varie capitali
europee.
La galleria De Cristoforis, (costruita dal
1831-1832, commissionata dalla famiglia De Cristoforis e progettata
dall'architetto Andrea Pizzala) collegava l'attuale Corso Vittorio Emanuele II
con Via Montenapoleone, divenendo "sede" privilegiata della moda ed
entrando nel circuito della sua diffusione.
Ha preceduto di 35 anni la più moderna
Galleria Vittorio Emanuele II e che fu tra le prime architetture in ferro e
vetro d'Italia, oltre che il primo passage commerciale italiano. Infine, questa
galleria fu demolita il 1932-1935.
galleria De Cristoforis |
La costruzione della galleria Vittorio
Emanuele iniziò nel 1865 e il completamento avvenne nel 1877.
Nel dicembre 1859, il
re, Vittorio Emanuele II, aveva dato il via a una lotteria, per finanziare
la modernizzazione della Piazza.
I
soldi raccolti non furono abbastanza, ma la lotteria attirò l’attenzione di
stampa e dei cittadini.
il municipio di Milano, allora, organizzò
tre concorsi per raccogliere le idee e premiare la migliore.
Alla fine nel 1863, al terzo
bando, si scelse il progetto di Giuseppe Mengoni (1829-1877),
architetto e ingegnere dell'Emilia, a condizione di apportare alcune modifiche
e di realizzare una galleria a croce, con due bracci di lunghezza differente,
anziché una unica come da lui proposta.
Per realizzare l’opera fu necessario demolire
alcuni edifici circostanti molto antichi, come il quartiere Rebecchino e
il coperto del Figini (edificio rinascimentale del 1467).
Tuttociò provocando molte critiche da parte della popolazione.
La Galleria fu inaugurata nel 1867 e
completata nel 1878 con l’arco di ingresso e la nuova piazza del Duomo.
Una breve visita alla Galleria:
Percorrendo la Galleria
da Piazza della Scala o da Piazza Duomo, ci si ferma ad ammirare la grande
cupola centrale in mezzo all'Ottagono.
L'ottagono è lo spazio all'intersezione
tra due bracci, quello principale, che collega piazza Duomo a piazza della
Scala, (lungo 196,6 metri), e quello più corto (lungo 105,1 metri); la sua
forma è stata ottenuta dal taglio dei quattro angoli all'incrocio delle
gallerie.
In cima alle pareti si
ammirano le quattro lunette dipinte che raffigurano i 4 Continenti in maniera
allegorica: l’Europa, l’America, l’Asia e l’Africa.
L'Europa |
l'america |
L'Africa |
L'Asia
|
La cupola centrale al suo
apice è alta 47 metri. Per
poterla realizzare, insieme alla tettoia di copertura, si impiegarono 353
tonnellate di ferro e 7 milioni e 850mila metri quadrati di lastre di vetro
rigato. L'ispirazione venne dalla Torre Eiffel di
Parigi, che si inaugurò nel 1889, anno dell’Expo francese.
I pavimenti della
Galleria Vittorio Emanuele II di Milano sono stati realizzati da artisti veneziani, e sono composti per la maggior parte da lastre
di marmo, tesserine di marmo, e parti di pasta di vetro.
Con
uno sguardo di insieme, sembra di ammirare un enorme mosaico.
Al centro della Galleria è presente lo stemma della casa reale dei Savoia (mosaico) e attorno allo stemma principale vi sono anche quelli (sempre mosaici) delle città di Roma, Torino, Firenze, Milano (ognuna fu capitale del Regno d’Italia).
Inizialmente erano presenti all’interno della Galleria di Milano ventiquattro statue di gesso, raffiguranti ciascuna un personaggio italiano famoso, che aveva contribuito al progresso scientifico, artistico o letterario. Le statue erano state collocate su piedistalli alti circa tre metri.
Tra
i personaggi italiani famosi ricordiamo: Alessandro Volta, Michelangelo Buonarroti, Galileo
Galilei, Camillo Benso conte di Cavour, Leonardo da Vinci, Dante
Alighieri, Cristoforo Colombo.....
(Alcune di queste statue poiché si erano
molte deteriorate furono tolte).
L'EMBLEMA DI UN TORO CHE RAPPRESENTA LA CITTÀ DI
TORINO
Al centro della Galleria
Vittorio Emanuele II, dedicata al Re d’Italia, nell'ottagono centrale, si trova uno stemma raffigurante
un toro che rappresenta la città di Torino.
Oggi luogo privilegiato per eventi e installazioni, è situato sul pavimento il
simbolo nobiliare dei Savoia con una croce bianca in campo rosso ed il
famoso toro raffigurato con gli "attributi" in vista.
Stemma dei Savoia |
Il pavimento della Galleria
Vittorio Emanuele II, è interamente rivestito da mosaici e uno di questi
raffigura un toro rampante.
Chi visita per la prima
volta Milano, fa molto sorridere vedere tante persone che fanno le giravolte sugli attributi del toro attendendo
il loro turno.
È un gesto scaramantico che
ha le fondamenta nell'antica tradizione milanese, ma non ha nulla a che vedere
con la buona sorte perché sembra che la tradizione sia nata come un gesto di
disprezzo nei confronti della dinastia dei Savoia.
La tradizione ha un valore sportivo
nel mondo del calcio, perchè lo schiacciare i gioielli del toro, è diventato un
gesto scaramantico di buon auspicio per il Milan e l’Inter e di malaugurio per
il Torino e la Juventus.
Non si conosce l’origine di
questa credenza, nel corso dell'Ottocento, il 31 dicembre anche i
milanesi erano soliti compiere il rito, come auspicio di fortuna per l’anno
nuovo.
E’ usanza dire che: porti
fortuna porre il piede sopra gli attributi del toro (simbolo di forza e vigore)
e compiere una rotazione ad occhi chiusi facendo perno su quel piede. Da
sempre migliaia di turisti e milanesi ogni giorno li schiacciano ritualmente come portafortuna!
Secondo la leggenda però porta fortuna ruotare di 360° con il tallone del
piede destro sui testicoli del toro solo alle ore 24 del 31 dicembre!
da non perdere?
- Lo stile eclettico della
Galleria, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della
seconda metà dell'Ottocento milanese.
- La Libreria d’arte Bocca, in Galleria dal 1930,
ma già presente in città dall’Ottocento.
- Il caffè e l’aperitivo di Camparino in Galleria,
ancora oggi affascinante luogo di incontro.
- Il passaggio sui tetti, percorre i colmi del
tetto per ben 250 metri lineari, permettono di osservarla in piena
sicurezza, con l’accesso tramite due
ascensori veloci posti all’interno del cortile di Via Silvio Pellico 2.
Buona visita
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