lunedì 19 agosto 2019

Milano acqua vita turismo


L'ACQUA RISORSA DEL FUTURO, TRA VITA E TURISMO



La città di Milano ha due navigli e una darsena.
La darsena, di recente, riportata alla gloria di altri  tempi dopo molti anni d'incuria.

Il capoluogo lombardo era ed è tutto'ora, una città d'acqua, dove sono sempre passati diversi fiumi e diversi canali (due per tutti, l'Olona e il Seveso). 



L’Olona che per tanti secoli ha dato acqua alla città, oggi scorre sotterraneo e anonimo. 



Fin dall'epoca celtica, Milano fu costruita interamente intorno all'elemento vitale “acqua” e divenne subito famosa per la qualità delle sue acque, utilizzate per usi agricoli, industriali e come strada di comunicazione.



        Nel Medioevo, già nel 1300  le cronache di Bonvesin de la Riva e di Galvano Fiamma descrivevano la città come ricca di rogge e canali "lussureggianti e pescosi", e piena di mulini ad acqua. 

Successivamente, Leonardo da Vinci progettò Milano 
come un crocevia dei trasporti via acqua che, 
partendo dall'Adda attraverso chiuse lo avrebbero reso navigabile 
fino ad arrivare al mare; 
il progetto ebbe una battuta di arresto per spese belliche. 

Verso il 1400, apparvero il Naviglio Grande e il Naviglio della Martesana 
e la Fossa Interna, nonché le prime conche del mondo, 
testimonianza delle grandi conoscenze e capacità tecniche degli 
ingegneri meneghini nel gestire le acque. 

Insieme alla fitta rete di canali, 
sorsero molteplici attività a cui erano necessarie acque regolamentate, 
come i mulini e le concerie e che permisero alla città di fiorire e prosperare.

Naviglio della Martesana a Gaggiano
Naviglio della Martesana a Gaggiano







































Naviglio Grande




Ponte sul Naviglio Grande

Oggi si può per tutti navigare il Naviglio con delle imbarcazioni per osservare il paesaggio da un altra angolazione cioè quella della Pace e della Tranquillità. 

La società "Navigli Lombardi" ha come mission la promozione e la valorizzazione culturale e turistica del Sistema Navigli.


In città, oltre alle opere di ingegneria idraulica, erano presenti anche "fonti miracolose", 
bei battisteri, fontane ottagonali e innumerevoli fontanelle, 
fra le quali famose sono le "vedovelle", assurte insieme ad altri monumenti, 
come il Castello Sforzesco e il Duomo, a simbolo di Milano.







Ancora oggi, si possono vedere le antiche fontanelle verdi,
(alte un metro e mezzo, in ghisa, con il simbolo della città di Milano), 
che in continuazione lasciano fluire l'acqua, 
paragonata, appunto, all'incessante pianto delle vedove.





         Alle porte di Milano, alla fine del 1920, fu costruito l'Idroscalo:
 inaugurato nel 1930 come porto per gli idrovolanti, 
fu in seguito abbandonato a favore di altri velivoli e, 
dopo la seconda guerra mondiale, divenne luogo di attività ricreative. 
Già nel 1934 vi si tennero le prime gare di canottaggio.

         Da ricordare poi che la rinnovata Darsena
riportata a nuova vita in occasione di EXPO 2015
era stata costruita come porto e funzionò così bene 
per molti anni da essere l'ottavo porto italiano per traffico merci. 
Lavorò moltissimo durante il periodo post bellico, 
quando gran parte dei materiali necessari alla ricostruzione, 
come la sabbia, giungevano in città per via d'acqua, 
come già ai tempi della costruzione del 
Duomo era avvenuto per i marmi necessari.

Milano città d'acqua è stata celebrata da una mostra fotografica 
curata da Stefano Galli a Palazzo Morando 
dal 12.11.2015 al 14.02.2106 con il titolo: 
“L’importanza dell’acqua nella storia del capoluogo 
lombardo e nelle trasformazioni del suo tessuto urbano”.

Sono 150 immagini d’epoca, provenienti da archivi pubblici e privati, 
oltre a documenti inediti e materiale cartografico
che, testimoniano la ricchissima presenza d’acqua 
in città fin dalla sua fondazione: 
acqua come elemento cardine attorno al quale 
si è costruita la fisionomia dell’urbe,
 la sua prosperità e la sua fortuna storica.

L’esposizione intende così documentare la “storia idrica” 
di Milano a partire dalle cronache due-trecentesche 
di Bonvesin de la Riva e di Galvano Fiamma, 
già sopra citate e si conclude con un excursus storico sugli impianti
 di depurazione e delle acque di scarico
dalle "marcite" di epoca cistercense (sec. VIII – X) 
ai moderni impianti di Nosedo e San Rocco.


Molto bella la foto con la quale ammiriamo 
un bellissimo scorcio della Via d’acqua che attraversa Milano. 

La figura ci mostra la “Via San Marco”, dove un tempo si specchiavano 
gli edifici come la caserma della Guardia di Finanza e 
la manifattura dei tabacchi e altri.. 

Oggi purtroppo ricoperta da una strada trafficata 
molto diversa da quella percorsa dalle barche e 
animata lungo le sponde dai cittadini di ogni tipo.
Quale sia la magia di questi canali è difficile capirlo, 
se esiste una calamita per artisti di ogni razza, 
questa è proprio l’acqua, né chiara, né dolce del Naviglio.





Buona lettura

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